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“FAMOSIAMICI”
e non amici famosi!
Un neologismo che unendo in una diversa sequenza le due parole, vuole esprimere la sostanza di questa piccola esposizione. Tutti egualmente uniti e resi famosi in quanto ritratti con l’occhio e lo spirito di Italo Zannier negli incontri, casuali o meno, lungo la fondamenta della Giudecca a Santa Eufemia.
Nell’isola Italo risiede dai primi anni settanta e negli ultimi anni è praticamente impossibile non incontrarlo lungo la fondamenta intento a discutere, disquisire e intrattenersi con i famosi amici davanti, magari, ad un buon bicchiere.
Gli incontri si susseguono da anni, con vecchi studenti delle Università di Venezia, del DAMS di Bologna o della Cattolica di Milano dove per decenni Zannier ha insegnato “la Fotografia” nel suo complesso essere! Dal lato storico a quello tecnico, a quello del linguaggio proprio, ovvero il linguaggio della modernità, del nostro tempo, tempo in cui l’immagine ci sovrasta nella quotidianità.
Infiniti gli appassionati di fotografia che lo riconoscono e gli chiedono una dedica o una “foto- ricordo” e rimangono coinvolti in racconti e interessanti, e sempre brillanti, riflessioni su quest’arte e, inesorabilmente, vengono immortalati.
In questa isola, dove fino a qualche decennio fa anche i Veneziani avevano quasi timore a metter piede a causa di una immeritata nomea che l’isola aveva, oggi gli sbarchi di turisti e di personaggi più o meno noti o illustri è divenuta cosa abituale. Le opere di ristrutturazione urbanistico-abitative di grande spessore realizzate negli ultimi anni e la vivibilità della zona ancora abitata da autoctoni e da veneziani, nuovi residenti (trasferitisi proprio per la qualità del vivere), rendono l’isola un luogo ormai unico rispetto al centro veneziano. Ancora la Giudecca non è invasa dal turismo mordi e fuggi, ma comunque assiduamente frequentata, vuoi per un romanticismo caratterizzato ed enfatizzato dalle “osterie”, antiche e nuove, vuoi per i giardini e parchi che si affacciano sulla laguna sud, vuoi per gli ineguagliabili panorami offerti dal Canale della Giudecca e dal Bacino di San Marco, vuoi per gli spazi e poli dedicati all’arte e alle esposizioni, e gli incontri spaziano con uno spettro enorme di tipologie di persone, offrendo occasioni difficilmente ripetibili in uno “spazio” limitato come Fondamenta Santa Eufemia.
E se la fisionomia, l’incedere, l’atmosfera lo colpisce e lo stimola, Italo Zannier è sempre pronto con la sua mini digitale Canon a fotografare e “racchiudere” nella definizione dello spazio ottico dell’obiettivo e dell’inquadratura, l’interpretazione del soggetto secondo il suo modo di vederlo.
In mostra, ospitata presso la Galleria “Lo Verso art space”, viene presentata una piccola raccolta di questi “primi piani”, spesso quasi rubati durante una conversazione o un incontro fortuito.
Certamente non frutto di una “messa in posa”!
Giulio Zannier, luglio 2025
A metà degli anni ottanta dell’Ottocento, circa vent’anni dopo l’invenzione ufficiale della fotografia ( 7 gennaio 1839), un filologo americano, Oliver Wendell Holmes, osservava come “dai ritratti fotografici, abbiamo appreso molte informazioni curiose, che con difficoltà avremmo percepito dai volti, nei molteplici aspetti delle fisionomie a noi consuete. Guardando un ritratto, può sembrarci di vedere solo un viso noto , sempre eguale a se stesso, ma, in un altre sguardo, ci mostra un aspetto differente, sebbene riconoscibile. Poi, un terzo o quarto sguardo, ci convincono che il nostro amico non è uno, ma molti, nell’apparenza come negli atteggiamenti mentali ed emotivi, mediante i quali la sua intima natura si presenta a noi”.
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